La guerra del Biafra

01/06/10

01/06/10


Uno degli avvenimenti del '900 che più ha sconvolto il nostro pianeta è stata la guerra del Biafra, conosciuta anche come guerra civile nigeriana, ma più propriamente detta guerra per il Biafra.

Lo Stato nigeriano nasce ufficialmente appena prima della Grande Guerra, l'1 gennaio 1914, grazie a Londra che, per aver maggiore controllo governativo sulle risorse della zona, unisce le aree amministrative a Nord e a Sud (fusa nel 1906 con quella di Lagos), create nel 1900, tentando così di amalgamare le molteplici tribù con le loro religioni, culture, tradizioni, lingue differenti. Sappiamo che ciò non basta a far sì che nasca una Nazione, ma questo non era l'obiettivo del colonialismo inglese.

Pur lottando per l'indipendenza della regione, la maggior parte delle tribù nigeriane erano impregnate di campanilismo più che di nazionalismo. Questo portò a scontri fra chi appoggiava la Federazione nigeriana e ne deteneva il potere politico-militare e chi invece voleva staccarsi dal giogo centrale dopo l'indipendenza del 1960.

Le elezioni del 1964 sono una svolta cruciale: ogni partito-tribù accusa gli altri di aver truccato i voti ed aver cercato di eliminare con ogni mezzo gli oppositori politici, ma il Presidente Nnamdi Azikiwe nomina Primo Ministro Abubakar Tafawa Balewa, appoggiato dalle forze militari, che entrano in gioco nel potere politico per la prima volta.

Nell'ottobre di un anno dopo ci furono le elezioni regionali dell'Ovest, in cui i brogli furono molto più palesi di quelli del 1964. Nascono rivolte ovunque ed i partiti assumono a loro delle bande armate per sedare i disordini.


Fu così che nel gennaio del 1966 il generale Patrick Chuckwuma Kaduna Nzeogwu attua il colpo di Stato per l'unificazione nazionale uccidendo quasi tutti i capi politici e gli ufficiali militari del Nord e dell'Ovest. Dato che la maggior parte dei fomentatori del colpo di Stato venivano dalla regione orientale (di cui gli Igbo erano la tribù più numerosa), il Nord accusa l'Est di aver cercato di limitare il proprio potere e di conquistare la leadership del Paese. Il timone passò al generale Aguiyi-Ironsi il quale, anziché sfruttare il coup d'État, accentua l'astio delle tribù settentrionali nei suoi confronti: egli non arrestò i capi militari protagonisti del colpo di Stato e mise a controllo delle regioni dei governatori militari.

Il Nord si ribella massacrando gli orientali presenti nella propria zona e facendo un contro-colpo di Stato il 29 luglio 1966. Persero la vita numerosi ufficiali orientali ed il Presidente Ironsi. Prese il suo posto il tenente colonnello Yakubu Gowon che davanti ai continui massacri perpetrati contro gli Igbo stanziati nel Nord, militarizza ancor di più la Nigeria pensando di far scemare le guerriglie. Sposta poi le truppe di origine orientale ad Est e quelle non orientali a Nord e ad Ovest. Questa mossa sancisce involontariamente la definitiva rottura tra le varie zone del Paese.

E' l'inizio del 1967 e Gowon organizza una riunione del Consiglio Supremo Militare, in cui i tutti i membri erano anziani, malati od ingenui tranne il tenente colonnello Igbo, Governatore dell'oriente, Chukwuemeka Odumegwu Ojukwu. Egli capisce che i tentativi di unificazione della Nigeria sono stati la causa delle lotte intestine degli ultimi anni ed accusa il governo centrale di debolezza e di essere in malafede. Di contro il governo accusa Ojukwu di voler distorcere la verità degli accadimenti. A nulla servirono gli ulteriori tentativi di dialogo del governo federale (tra cui la dichiarazione di fallimento della Federazione e la divisione del Paese in dodici Stati il 27 maggio) con l'ostinato Ojukwu che mirava all'indipendenza della regione orientale, il Biafra.

Ojukwu fa sequestrare proprietà e beni federali nell'Oriente ed il 30 maggio 1967 è il giorno in cui viene ufficialmente istituita la Repubblica del Biafra.

Vengono militarizzati i confini biafrani da ambo le parti, e la guerra scoppia all'alba del 6 luglio 1967.

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In chiaro la regione del Biafra

Due mesi prima dell'inizio dei combattimenti il colonnello Gowon riporta le truppe orientali a Est (disarmate), ritira quelle non orientali presenti in Biafra (armate) e riordina i comparti militari in previsione dell'ormai imminente guerra.

I civili vengono addestrati per compiti di difesa civile e la propaganda del governo federale è solida: c'è in gioco l'unità del Paese ed il nome stesso di Gowon diviene acronimo di "Go On With One Nigeria".

Secondo il NAHQ (Nigerian Army HeadQuarters) la guerra sarebbe durata un mese sviluppandosi in quattro fasi: presa di Nsukka (50 km a nord di Enugu), presa di Ogoja, presa di Abakaliki e, da ultimo, conquista della capitale biafrana, Enugu.

Vengono formati tre comandi militari: Area Command 1 (brigata di attacco e penetrazione in Biafra), Area Command 2 (protezione delle frontiere), Area Command 3 (difesa della capitale federale, Lagos). La forza aerea (Nigerian Air Force) è impiegata per il controllo dei cieli, mentre la Nigerian Navy per il blocco del Golfo del Biafra.

Gowon era cosciente del fatto che i secessionisti, avendo poche armi, avrebbero cercato di chiedere aiuti internazionali e pensava che sarebbe stato sufficiente cancellare i voli, vietare gli atterraggi senza autorizzazione federale e bloccare i commerci marittimi. Grazie ai biafrani presenti all'estero, Ojukwu monta una forte campagna di solidarietà politica internazionale con l'obiettivo principe del riconoscimento della neonata Repubblica e quello più immediato del passaggio di armi e aiuti in genere dal confine cameroonense, dal Golfo e via aerea.

Seppur non vi sia stato intervento diretto nella Guerra del Biafra da parte di altri Stati, Mosca aiutò il governo federale, Haiti, Tanzania, Costa d'Avorio, Zambia e Gabon riconobbero ufficialmente la Repubblica e Francia, Germania Ovest, Portogallo, Spagna, Svizzera, Svezia, Sierra Leone fornirono armi ed aiuti ai secessionisti.

La forza militare del Biafra era composta dalla BAF (Biafran Air Force), da una piccola flotta di base a Calabar con motovedette sottratte alla marina nigeriana ed altre imbarcazioni costruite successivamente, ed una milizia formata anche da donne e bambini-soldato. Viene creato un ufficio amministrativo per la gestione delle donazioni in denaro da parte dei civili, un ufficio per l'acquisto e la distribuzione di cibo e bevande, uno per il carburante (Petroleum Management Board), oltre agli uffici direttivi per il vestiario, la propaganda e le medicine. Per ridurre il forte gap tecnologico-militare, in Biafra vennero prodotti carri armati, mine, razzi anticarro, bombe, medicinali, bevande e quant'altro.

I militari biafrani provenivano dall'esercito nigeriano e ne conoscevano tattiche e strategie. Suddividono la regione in tre zone difensive: tre battaglioni di fanteria a Nord, uno nella striscia centrale ed altri tre a Sud. Provocano il nemico con ingenti danni alle strutture militari di alcune città nigeriane attraverso bombardamenti aerei. A Sud invece tentano invano di attaccare la Nigerian Navy. Queste azioni non hanno fatto altro che rafforzare la propaganda del governo federale ed aumentare il numero di arruolati civili nell'esercito.

Il 2 luglio 1967 la Nigeria risponde alla provocazione lanciando l'Area Command 1 verso la città di Nsukka, ma i miliziani ed i mercenari respingono gli attacchi. La città cade otto giorno dopo, mentre l'Area Command 2 il 12 luglio conquista Obudu, Ogoja e Gakem. Il 26 luglio si combatte nella parte meridionale della regione. L'8 agosto i biafrani provano un'avanzata ad Ovest ed una parte dell'esercito regolare, per contrastarli nella zona fluviale del Delta del Niger, si trasforma in una specie di "commando dei Marines".

Il 4 ottobre 1967 cade in mano nigeriana la capitale della Repubblica del Biafra Enugu ed il 13 stessa sorte per Calabar. Portharcourt, con il suo aeroporto internazionale, rimane così l'ultima roccaforte dei biafrani che decidono quindi di utilizzare le strade delle città vicine come aeroporti per lo scalo di armi e medicinali provenienti dall'estero. Ma Portharcourt viene catturata il 19 maggio 1968 e così Ojukwu gioca un'ultima carta: vengono inviate fuori dal Paese numerose fotografie di bambini biafrani deperiti o morti ed il governo nigeriano viene accusato di genocidio.

Gli ulteriori finanziamenti e le medicine giunti in Biafra non allontanano dall'orizzonte la fine dei combattimenti. L'offensiva finale di Gowon si concentra sulle ultime città difese dalla guerriglia dei miliziani ed è solo il 10 gennaio 1970, dopo trenta mesi e quasi tre milioni di morti, che il colonnello Ojukwu fugge all'estero lasciando il compito della gestione della resa al generale Philip Efiong.

Il controllo di gran parte del territorio del Delta del Niger, con le sue risorse, torna così nelle mani del governo centrale.

La politica di intervento attivo delle potenze europee, di Mosca e degli USA durante la Guerra del Biafra è stata debole: è possibile ipotizzare che il motivo fu dato dal fatto che gli USA erano impantanati in Vietnam e l'Europa aveva gli occhi puntati sulla guerra del 1967 nel vicino Medio Oriente.

Milioni di lavoratori e studenti si sono ritrovati così arruolati nell'una o nell'altra fazione della borghesia nigeriana che, ancora oggi, pregna di corruzione ed eterogenea, viene tenuta in scacco dall'imperialismo europeo che vanta interessi energetici nella regione.