Chi era Karl Marx? - Parte I

19/11/11

19/11/11


Per centocinquant’anni Karl Marx è stato oggetto di numerosi studi, libri, volantini ed opuscoli. Decine di migliaia di persone hanno scritto di lui, chi in maniera corretta, chi mistificandolo, chi criticandolo, chi denigrandolo. Quasi tutte persone che scrivono per vivere. Lui no. Lui sopravviveva per scrivere.

Nel carteggio avuto con Friedrich Engels (pubblicato nel 1913), si nota quanto le condizioni della sua vita fossero estremamente difficili, soffocanti. Se non fosse stato per l'aiuto economico di Engels, Marx sarebbe morto ancor prima di donarci tanti dei suoi testi illuminanti ed essenziali per la comprensione del mondo: centinaia di articoli commissionatigli dalle riviste, Il diciotto brumaio di Luigi Bonaparte, Per la critica dell'economia politica, indirizzi ed istruzioni all'Internazionale, Il Capitale, La guerra civile in Francia, sono solo alcune delle immense opere prodotte grazie appunto all'aiuto finanziario di Engels che permetteva a Marx ed alla sua famiglia di mangiare, curarsi, comprare libri, carta e penne.

Il lavoro scientifico di Marx, a ragione, viene spesso paragonato a quello di Charles Darwin. Mentre il biologo inglese ha scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, dobbiamo a Marx la scoperta della legge dello sviluppo della storia umana e la scoperta della legge di funzionamento del capitalismo


Il materialismo storico

Questa scoperta è senz'altro una scoperta titanica. È la struttura di un'epoca storica (sistema di organizzazione sociale della produzione) il punto da cui partire per poter spiegare la sovrastruttura di quella stessa epoca (forme di governo, idee, arte, religione, strutture giuridiche...), mentre fino ad allora avveniva il contrario: i filosofi si cimentavano nel capire come la politica e le idee sviluppassero le forme di organizzazione sociale.


Le leggi del capitalismo

Mai un economista borghese né un critico socialista erano arrivati laddove è giunto Marx grazie al metodo scientifico di analisi: la scoperta del plusvalore ha illuminato zone buie e il modo in cui egli ha descritto le leggi di movimento del sistema moderno di produzione è minuzioso ed ineguagliato.


Passione e tenacia

Economia, politica, finanza, militaria, antropologia, matematica, psicologia, sociologia, filosofia, storia, religione, scienze naturali, linguistica, letteratura: non ci fu campo tematico da lui non toccato ed in cui non fece ricerche, controlli accurati, analisi approfondite e scoperte.


Engels stimò che Marx riempì una cinquantina di quaderni di appunti, trenta mila pagine della sua fittissima calligrafia: tonnellate di materiale raccolto che sbalordì lo stesso Engels.


"Tout ce que je sais, c'est que je ne suis pas Marxiste"

Questa frase, il cui significato in italiano è "Tutto quello che so, è che non sono Marxista", viene erroneamente (o volontariamente) utilizzata dai più per marcare il fatto che Marx stesso si discostò dalla sua scienza. Niente di più falso! Questa frase fu una risposta di Marx a Guesde e Lafargue, accusati da lui di "mercanteggiamento rivoluzionario" riguardo la questione del valore della lotta riformista. Per tanto, il significato da intendersi è questo: "Se la loro politica rappresenta il marxismo, allora io non sono marxista!".


Conoscere per lottare

Scrive Paul Lafargue in Souvenirs personnels del 1890-1891, riguardo a Marx:

Avevo allora ventiquattro anni [...] Egli temeva di non essere in grado di portare a termine la sua opera e accoglieva con piacere i giovani poiché, egli diceva, "devo formare degli uomini che dopo di me possano continuare la propaganda comunista". Karl Marx è uno dei rari uomini capaci di stare in prima linea al tempo stesso nella scienza e nell'attività pubblica; egli collegava entrambe le attività tanto intimamente che è impossibile comprenderlo se non lo si considera nello stesso tempo come uomo di scienza e come combattente socialista. [...] credeva che l'uomo di scienza, se non vuole sminuire se stesso, non deve mai cessare di partecipare attivamente alla vita pubblica e non deve rimanere, come il topo nel cacio, sempre rinchiuso nella sua stanza o nel suo laboratorio, senza prenderne parte alla vita e alle lotte sociali e politiche dei suoi contemporanei. Diceva Marx che "La scienza non deve essere uno svago egoistico: coloro che hanno la fortuna di potersi dedicare a studi scientifici devono anche essere i primi a mettere le loro cognizioni al servizio dell'umanità". "Lavorare per il mondo" era uno dei detti preferiti.
Ancora:

Il cervello di Marx era armato di un'incredibile quantità di teorie filosofiche e di fatti concernenti la storia e le scienze naturali, ed egli sapeva servirsi mirabilmente di queste cognizioni [...] Il suo cervello rassomigliava a una nave da guerra sotto pressione ormeggiata nel porto: era sempre pronto a salpare verso tutte le regioni di pensiero. Indubbiamente Il Capitale ci rivela uno spirito dotato di stupefacente vigore e di sommo sapere; per me, però, e per chiunque abbia conosciuto Marx da vicino, né Il Capitale né qualunque altro suo scritto rivelano tutta la vastità del suo genio e del suo sapere. Egli superava di molto le sue opere."

È davanti a un siffatto gigante della scienza che io, lavoratore del mio tempo, mi sento verschwindend klein.