Regolamentare l'omeopatia: a chi giova?

10/04/14

10/04/14


Oggi, giovedì 10 aprile 2014, è la Giornata Internazionale della Medicina Omeopatica.

Oggi, giovedì 10 aprile 2014, l'Associazione Medica Italiana di Omotossicologia (AIOT), grazie anche al continuo supporto da parte della milanese Guna S.p.A., leader italiano nella produzione e distribuzione di prodotti omeopatici (col 25% di mercato e quasi 60 milioni di euro fatturati nel 2013 - la "nostra" piccola Boiron, per intenderci, con un decimo del fatturato rispetto alla francese), è presente in molti studi medici e veterinari con la sua iniziativa "Stiamo bene... naturalmente" fatta di check-up gratuiti, informazioni su corretti stili di vita e aggiornamenti in campo medico.

Un momento.

L'Encyclopædia Britannica definisce medicina "la pratica relativa al mantenimento dello stato di salute e alla prevenzione, l'alleviamento, o la cura di malattie". Allo stato attuale dei fatti e delle prove scientifiche, però, non risulta che l'omeopatia prevenga malattie, le attenui o le curi. È altresì dimostrato che in un preparato omeopatico "ideale" (nel senso hahnemanniano del termine), ossia in diluizione 30CH, non rimanga traccia alcuna del soluto, ma solo del solvente (cioè acqua), e qualora si tratti di pillole spruzzate con il liquido rimanente da queste diluizioni non ci resterebbero che zucchero (pillole di eccipienti) e acqua (il nostro solvente che dopo la dodicesima diluizione perde per il principio fisico di Avogadro ogni molecola di soluto eventualmente rimasta). A queste diluizioni non esiste alcun principio attivo che sia capace di agire su una patologia corporea in termini clinicamente apprezzabili. L'omeopatia può quindi essere definita medicina?

La solita Italia

Alessandro Pizzoccaro, fondatore e presidente di Guna S.p.A., disse esattamente cinque anni fa:

Il settore dell'omeopatia ha aspetti paradossali. Interessa a 8 milioni di italiani, ma da 20 anni non esiste una normativa che ne definisca i contorni legislativi e che consenta la registrazione di farmaci, così come accade per i prodotti classici. L'omeopatia deve essere una disciplina medica e su questo il legislatore deve fare chiarezza.

Premesso che il motivo per cui l'omeopatia "deve" essere una disciplina medica non è chiaro, va detto che nel corso degli ultimi 25 anni ci sono state varie regolamentazioni, di cui un esempio rilevante fu il Decreto Legislativo n. 185/95 del 17 marzo 1995, ossia l'Attuazione della direttiva 92/73/CEE in materia di "medicinali" omeopatici, che regola la registrazione di questi prodotti. All'Articolo 3 si legge:
  1. L'autorizzazione all'immissione in commercio di un medicinale omeopatico è rilasciata con procedura semplificata di registrazione, se il medicinale:
    a) è destinato ad essere somministrato per via orale od esterna;
    b) non reca sulle confezioni né vanta in qualsiasi altro modo indicazioni terapeutiche;
    c) ha un grado di diluizione tale da garantire l'innocuità; in ogni caso il medicinale non può contenere più di una parte per diecimila di tintura madre, né più di 1/100 della più piccola dose eventualmente utilizzata nell'allopatia per i princìpi attivi la cui presenza in un medicinale allopatico comporta l'obbligo di presentare una ricetta medica.
    [...]
  2. È vietata qualsiasi forma di pubblicità presso il pubblico dei medicinali omeopatici di cui al comma 1.
    Le regolamentazioni avvenute negli anni Novanta intendevano da un lato non ostacolare la diffusione di questi preparati in quanto di per sé innocui, e dall'altro fare cassa ("devono versare a favore del Ministero della sanità la somma di lire quarantamila per ogni medicinale omeopatico notificato", art. 85, comma 34, Legge n. 388/00 del 23 dicembre 2000).

    Un anno fa la mente fumivendola che produsse frasi come "L'Euro è un crimine contro l'umanità", e "I clandestini che il ministro di colore vuole regolarizzare ammazzano a picconate", il parlamentare leghista Matteo Salvini, interrogò la Commissione europea Salute e Consumatori chiedendo di semplificare le procedure burocratiche per i preparati omeopatici, così da agevolarne le aziende produttrici e i distributori.

    In che modo, esattamente, si vorrebbe regolamentare ancora in Italia la commercializzazione dei prodotti omeopatici? Che strada si intende percorrere affinché le aziende del settore aumentino i profitti vendendo a caro prezzo acqua e zucchero spacciate per medicine, a discapito delle altre che vendono acqua come acqua e zucchero come zucchero senza inventare una inesistente efficacia curativa nelle diverse patologie? E, da ultimo, quanto verrebbero a costare i "rimedi" omeopatici qualora venissero accreditati dal Sistema Sanitario Nazionale (SSN)? La risposta è unica ed ha a che vedere con le (già povere) tasche dei cittadini.

    Sulle due rive della Manica

    Mentre oltralpe Christian Boiron, direttore dell'omonima multinazionale francese a conduzione familiare, deve fare i conti con le dimissioni del direttore generale Philippe Montant, a Milano promuove un'iniziativa artistica grazie all'Associazione Culturale Omeoart. Oggi l'azienda francese parla di "omeopatia e felicità", dimenticando i giorni tristi delle recenti class actions negli USA in cui ha, almeno in una occasione, ha dovuto sborsare 5 milioni di dollari a seguito di un accordo transattivo.


    Sempre dagli States tre settimane fa ci giunge la notizia relativa al ritiro dal mercato del prodotto "Terra-Medica" perché conteneva, accidentalmente... tracce di antibiotico!

    Tutto sommato, il mondo dell'omeopatia, almeno nell'opulento Occidente, non se la sta passando poi così male, nonostante qualche difficoltà legale: la capitalizzazione societaria della Boiron, ad esempio, è quasi triplicata negli ultimi dieci anni, a fronte di un giro d'affari raddoppiato (dai 313 milioni di euro del 2004 ai 617 dell'anno scorso). Sebbene in Inghilterra l'omeopatia venga rimborsata dal National Health Service (il Sistema Sanitario Nazionale), il Science and Technology Committee (Comitato per la Scienza e la Tecnologia) ha messo in guardia il governo britannico dall'incoraggiare l'utilizzo dei placebo, tra cui quelli omeopatici, ed esprime negatività in merito al rimborso di questi prodotti per mano del NHS.

    Ed è proprio in questo Paese che, forse, l'omeopatia subirà a breve un altro duro colpo.

    Poche settimane fa la Società degli Omeopati ha cercato di accreditarsi presso la Professional Standards Authority, organismo di sorveglianza che disciplina in ambito di sanità e assistenza sociale, nell'Accredited Voluntary Register (Albo di Professionisti Volontari). Anche ai fini istituzionali perseguiti dall'ente, a chi scrive appare improbabile l'accettazione dell'accreditamento richiesto.

    Prendiamo come esempio questo caso per capire come si comportano molti omeopati non medici (e perfino alcuni medici omeopati, che fortunatamente sono la minoranza).

    1. Gli omeopati inglesi sono operatori sanitari?

    I membri della Società degli Omeopati, in generale non hanno conoscenze proprie della scienza diagnostica, in quanto sono omeopati e non medici. L'omeopatia si basa su due secoli di fantasticherie pre-scientifiche di Samuel Hahnemann, la cui opera viene studiata dagli omeopati come fosse un testo religioso e seguendone il credo, non teorie o fatti scientifici.

    L'omeopatia inglese è un sistema pseudo-medico settario, a cui manca di fatto la fondamentale capacità di curare le patologie dei suoi clienti. Alcuni omeopati hanno una vera intenzione di comportarsi come degli operatori sanitari, ma in realtà sono incompetenti dal punto di vista medico e costituiscono talvolta una minaccia per la salute dei pazienti. Nella migliore delle ipotesi, l'omeopatia è una scelta di vita per alcuni, ma non può essere considerata una professione sanitaria.

    Insomma, accreditare la Società degli Omeopati alla PSA sarebbe come plaudire un mimo per i suoi monologhi. 

    2. I prodotti omeopatici sono rimedi medicinali?

    Gli omeopati somministrano pillole di zucchero o gocce di acqua/alcool privi di qualsiasi principio attivo, come abbiamo visto poco sopra. Tutti questi prodotti, dal punto di vista del principio attivo, sono identici tra loro: di diverso hanno solo l'etichetta. Ai pazienti, tuttavia, viene detto che i "rimedi" sono specifici per le loro esigenze, e questo può essere posto sullo stesso piano di una frode.

    Il "farmaco omeopatico" Oscillococcinum® fabbricato dalla francese Boiron è forse il re degli esempi in tal senso. Viene indicato per "curare" i sintomi influenzali (ci chiediamo quale influenza: quella stagionale?), ma ogni granulo è composto dal 100% di zucchero (0,85 g di saccarosio e 0,15 g di lattosio) e da "estratto di cuore e fegato di anatra muschiata" diluito omeopaticamente 200 volte. Vuol dire che per riuscire a trovare una sola molecola di questo fantomatico (e per di più senza alcuna proprietà curativa) estratto, dovremmo ingerire talmente tante pillole di zucchero che la massa totale sarebbe equivalente a quella di 10320 universi. No, non è uno scherzo, si chiama Oscillococcinum® e può costare fino a 2 mila euro al chilo.


    I "rimedi" omeopatici vengono così magicamente preparati con una tintura di erbe, minerali e altri elementi diluiti a livelli inimmaginabili. Parte dell'opinione pubblica pensa che questi prodotti siano "naturali", costituiti davvero da erbe. Trattasi di semplice inganno, di frode verso i consumatori. Anche perché, a voler essere pignoli e non pubblicitari, non è forse vero che anche la CO2 è naturale? Eppure non risulta che abbia proprietà curative né che esistano fumenti di Carbonii Dioxidum, Similis Esset Antani a 2000 euro al chilo. E che dire delle unghie di ratto, delle antenne di blatta o dei tentacoli di medusa... non sono forse anch'essi dei prodotti della natura?

    3. Le prescrizioni illegali

    Nonostante i "rimedi", come abbiamo appena scritto, siano composti da semplice zucchero e acqua, il Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA), l'organismo di vigilanza dei farmaci equivalente alla nostra AIFA o alla statunitense Food and Drug Administration (FDA), li considera come fossero veri medicinali. Ma solo pochissimi prodotti omeopatici sono in regola con le registrazioni e le autorizzazioni e la Society of Homeopaths cerca invano da tempo di fare pressioni per modificare le leggi. Tuttavia, la certezza scientifica che i preparati omeopatici non contengano alcun principio attivo ha portato l'MHRA alla clemenza, non perseguendo penalmente le aziende omeopatiche produttrici e i vari distributori.

    Gli omeopati inglesi cantano vittoria per questa presa di posizione dell'organismo di vigilanza, ma forse dimenticano che uno dei punti del loro Codice Etico sia proprio il rispetto delle leggi. Sarebbe il caso di dire che la Società ha chiuso in un cassetto il proprio Codice, forse per cercare di trattenere quanti più consumatori possibili, visto che la comunità scientifica internazionale e i divulgatori non vanno troppo per il sottile quando si tratta di smascherare e informare.

    4. Gli omeopati non sono preparati in alcun modo

    Non esiste una definizione accettata sulle procedure pratiche dell'omeopatia. Ci sono infatti profonde divisioni all'interno di questa comunità su questioni fondamentali come, ad esempio, se bisogna prescrivere uno o più "rimedi" per sintomo, oppure come dev'essere eseguita esattamente la produzione di ciascuno di questi preparati.

    Non esistono scuole di formazione accreditate, non si insegna agli omeopati come porsi eticamente, su cosa si basa realmente questa pratica, né qual è l'efficacia dei loro trattamenti. Non essendoci una formazione, gli omeopati si basano sull'illusione del mito ignorando per di più qualsiasi critica esterna. Queste persone non comprendono quali possano essere i rischi (toccati nel prossimo punto) nel prescrivere sempre le pilloline "magiche", dal momento che le ritengono efficaci per ogni patologia. Questa incompetenza, vedremo, si traduce in un rischio diretto anche per la salute pubblica.

    5. L'omeopatia pericolosa

    L'omeopatia non è una "medicina complementare", come spesso vogliono far credere anche in Italia, anche perché, nella maggioranza dei casi, si basa sulla rigorosa opposizione a ciò che gli omeopati chiamano "allopatia", ossia la vera medicina.

    Vedendo la loro pratica come universale, alcuni omeopati tendono a utilizzarla per "curare" di tutto, dal mal di testa all'influenza, dall'AIDS all'autismo, passando per asma, meningite, tubercolosi, e altre patologie gravi. E spesso, convincendo ignoranti e disperati pazienti ad abbandonare la medicina, l'unica che, eventualmente, li può davvero curare. Nonostante questo atteggiamento sia condannato a gran voce dagli omeopati più seri, ogni tanto capita di leggere o ascoltare notizie di cronaca (nera, purtroppo) in cui qualche bambino o adulto muore a causa di questi comportamenti.

    Di tali situazioni si sono già avuti, fortunatamente in pochi casi, risvolti di cronaca. Ricorderete infatti il caso più clamoroso, quello del piccolo Luca Monsellato, morto nel 2011 a soli quattro anni. Figlio di Marcello, ortopedico omeopata in seguito indagato per omicidio colposo "per non avere prestato le cure adeguate, in presenza di un perdurante, grave e preoccupante, quadro patologico", giunse in ospedale malnutrito in arresto cardio-respiratorio causato da una polmonite interstiziale e batterica non curata. Per sua stessa ammissione, il padre disse di aver diagnosticato al figlio una gastroenterite di tipo virale, trattata inizialmente (leggete bene) "con rimedi omeopatici e integratori alimentari". Sul sito web di Marcello Monsellato si legge che è esperto in vari tipi di pseudo-scienze, comprese agopuntura e omotossicologia.

    6. Gli omeopati non rispettano il proprio Codice di Condotta

    "Nessuna pubblicità in merito alla pretesa di curare specifiche malattie può essere utilizzata esplicitamente o implicitamente" è il cinquantesimo principio contenuto nel Codice Etico della Società degli Omeopati, ed è stato ampiamente violato dai suoi membri e dalla Società stessa.


    Ci sono state inchieste della BBC in merito e ogni volta gli omeopati coinvolti non hanno mai dato risposte chiare sulle loro affermazioni circa la "cura" della malaria, dell'AIDS o dell'asma. La Società degli Omeopati pare non abbia mai indagato internamente né preso provvedimenti verso i propri associati.

    7. I regolamenti sulla pubblicità

    L'ASA inglese (Advertising Standards Authority) è il corrispettivo della nostra Antitrust / AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e negli ultimi anni ha ricevuto numerose segnalazioni e denunce. In una recente sentenza l'ASA ha definito la Società degli Omeopati inglese come un'azienda di fatto e quindi ha potuto svolgere indagini sulle violazioni del CAP Code (Committee of Advertising Practice Code), il regolamento dell'ASA sulla pubblicità.

    8. Vaccini e omeopatia

    Il modo più grave in cui questi omeopati possano minare la salute pubblica e la vita dei bambini è la loro forte opposizione ai vaccini. Quando alcuni di questi omeopati parlano di "scelta del paziente", lo fanno subdolamente, perché in realtà diffondono false storie e teorie contro le immunizzazioni attive: non dicono su cosa si basa la scelta di chi si sottopone a questo tipo di pratiche. Il consenso deve sempre essere informato, quindi pieno e preventivo. Quali sono le pubblicazioni scientifiche comprovanti, ad esempio, l'inefficacia delle immunizzazioni attive in circolazione?

    Così, omeopati come Jane Donegan (formazione presso la Faculty of Homeopathy della British Homeopathic Society), appoggia il massimo detrattore dei vaccini Andrew Wakefield, il cui caso ha ben raccontato da Salvo Di Grazia nel suo articolo Vaccini: Wakefield, vaccini, autismo e denaro: la sua campagna del 1998 contro il vaccino anti-MMR (measles, mumps and rubella), da noi più conosciuto come anti-MPR (morbillo, parotite e rosolia), provocò un forte incremento dei contagiati da morbillo, passando dai 56 casi del '98 agli oltre 1300 del 2008 (con due morti diretti), il che vuol dire un aumento del 2.200%!

    L'aumento dei bimbi malati di morbillo in Galles degli ultimi tempi saranno dovuti al caso, oppure a genitori ignoranti che seguono ancora le pericolose fantasie di Wakefield?

    Nelle Steiner Schools inglesi, dei luoghi che stanno prendendo sempre più piede, ma che preoccupano per via del tipo di educazione che ricevono i bambini, si trovano libri in cui, ad esempio, il darwinismo viene indicato come "radicato nel pensiero riduzionista e nell'etica vittoriana", mentre l'omeopatia semplicemente come qualcosa "il cui effetto non può essere spiegato". Non è un caso che in queste scuole ci siano spesso focolai di morbillo e che la Health Protection Agency le definisca come luoghi ad alto rischio e comunità di non vaccinati.

    9. L'omeopatia che uccide

    Abbiamo visto come gli omeopati credano di poter trattare ogni tipo di malattia, anche quelle più pericolose. Stiamo parlando anche del cancro. Una delle "menti" di questo assurdo e mortale legame è Neil Spence, che pratica da vent'anni e asserisce di poter guarire le persone dal cancro grazie appunto ai "rimedi" omeopatici. Altre orecchie da mercante al Codice Etico della Società degli Omeopati. Altri disperati frodati e morti anzitempo.

    10. La richiesta di accreditamento alla Professional Standards Authority è di facciata

    Anche se la PSA dovesse mai accettare l'accreditamento della Society of Homeopaths, e i suoi associati continuassero a infrangere i regolamenti e le leggi, a seguito di richiami e sanzioni sarebbe facile per i membri della Società rimuovere l'adesivo della PSA dalla porta del proprio studio.

    Ma a voler essere dietrologi (giammai, ma visti certi elementi falsificatori e ciarlatani, un pensiero viene), può darsi che gli omeopati in questione cerchino l'accreditamento per poi sbandierarlo ai quattro venti del tipo "Vedete? Siamo riconosciuti, l'omeopatia è riconosciuta! Quindi funziona...". No, perché ci ha già provato il loro guru Dana Ullman sull'altra sponda dell'Atlantico a giocare con una fallacia simile...


    Regolamentare le pratiche cosiddette "alternative", potrebbe avere una sua utilità e prevenzione solo nel caso in cui si permetta di maneggiarle a persone che hanno una preparazione scientifica, visto che parliamo di salute privata e pubblica.

    È importante sottolineare come un accreditamento o una regolamentazione non siano sinonimi di funzionamento, approvazione scientifica o benessere. Anche i superalcoolici e i tabacchi hanno specifiche regolamentazioni, ma questo non vuol dire affatto che facciano bene o che debbano sostituire, ad esempio, del sano divertimento, vizi non distruttivi o altro che sia.

    In Italia un omeopata è per legge un medico in primis, il che vuol dire che deve rispettare norme e deontologia professionale, prescrivendo "rimedi" omeopatici solo ed esclusivamente a contorno dei farmaci, a mo' di placebo per intenderci (visto che, al massimo, è l'unico effetto provato degli omeopatici) e, soprattutto, informando chiaramente e preliminarmente i propri pazienti in merito alle loro condizioni di salute, agli eventuali rischi e alla natura della prestazione medica.

    Scrive l'Ufficio Stampa dell'Associazione Medica Italiana di Omotossicologia, riportato su La Stampa il 19 giugno dello scorso anno:

    Al cittadino l’onere [...] di essere correttamente informato, per avere più consapevolezza e libertà di scelta.

    In tal senso, visto la gravosa inversione, sulle spalle del paziente, dell’onere di informarsi, al contrario di quanto accade rispetto alla normale pratica medica, scegliamo di informare i lettori affinché continuino pure a consumare prodotti omeopatici (se già lo fanno e lo ritengono utile/sensato), ma con coscienza, conoscenza e, soprattutto, stando attenti a non sostituire mai la medicina con l'omeopatia o altre pratiche non provate scientificamente. Specialmente quando si tratta di scelte, più o meno indotte, che possono incidere sui cuccioli della nostra specie.

    Buona salute a tutti.

    Approfondimenti


    14 commenti:

    1. Articolo ben fatto bravi! Concordo su tutto anche se per me l'omeopatia non andrebbe regolamentata neanche in Italia, altrimenti tanto vale farlo con tutti i ciarlatani!

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      1. anch'io sono d'accordo. purtroppo spesso gli omeopati da noi sconsigliano la medifica ufficiale (così la chiamano).... ma sono medici!

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      2. Giuliana, intendevi "medicina", vero, e non "medifica"? :)

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      3. Anonimo, però così facendo la si darebbe in mano anche a chi non ha alcuna competenza scientifica e aumenterebbero di gran lunga i casi di cronaca di aggravamenti di saluti ed eventuali morti. Si spera che un medico abbia una mente scientifica (a parte pochi casi), e quindi suggerisca l'omeopatia solo come suggerirebbe un placebo.

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      4. hahahah sì sì scusami! è che scrivo dal cell :-P grazie ancora per l'articolo!!

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    2. Mio padre è medico e ho avuto modo di discutere con lui più di una volta. Alla fine, anni fa ho capito cos'è l'omeopatia, cioè pura fuffa. C'è gente che continua a crederci, così come agli oroscopi o alla Wanna Marchi di turno. Il più sono solo creduloni che quando le cose si complicano vanno negli ospedali sotto le mani di medici veri, ma il problema rimane per alcuni di loro, perché ci sono omeopati che andrebbero radiati dall'albo dei medici, perché sostituiscono acqua e zucchero alle medicine ad alcuni pazienti! Sono pochi, così come sono pochi i medici veri delinquenti (vedi Brega Massone, non so se lo conosci). Non bisogna illudere le persone mai, questa è la mia idea.

      LukeT

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      1. Ho letto proprio oggi della condanna a Brega Massone e ne sono entusiasta. Il problema sono proprio tutte quelle persone che, in un modo o nell'altro, giocano direttamente con la salute delle persone. E concordo con te: mai illudersi, né con le droghe né con la fuffa.

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    3. Non è un po' un paradosso se confrontiamo la situazione inglese a quella italiana?

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    4. Bell'articolo. Manca solo un riferimento al NCCAM, l'abominevole organo americano che sperpera milioni di dollari in ricerca fasulla sulle medicine alternative, finanziato dall'NIH americano, una sorta di espediente politico per dare presunta credibilità a qualcosa che credibilità non l'avrà mai.

      Per chi è interessato, dal sempre ottimo Science Based Medicine (in inglese)
      http://www.sciencebasedmedicine.org/the-national-center-for-complementary-and-alternative-medicine-nccam-your-tax-dollars-hard-at-work/

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    5. Ci sarà un motivo per cui tutti questi organismi non condannano l'omeopatia no? Evidentemente funziona in qualche modo....

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      1. Semplice: portano soldi allo stato. Come scritto nell'articolo, anche alcol e tabacchi sono regolamentati... quindi?

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    6. Pure le multinazionali dei farmaci portano soldi allo Stato, e non pochi! L'omeopatia è una medicina complementare e naturale che combatte molte malattie, ma non tutte. così come anche la medicina tradizionale non lo fa!

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    7. Veramente un bell'articolo. Chiaro ed interessante. Complimenti.

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    8. Cari figlioli, sono la regina di Inghilterra, qui a Bukingam Palace ci curiamo con l'omeopatia semplicemente perché funziona ma non disdegniamo la medicina allopatica che ovviamente ha grandi meriti, anche se non capisce come "acqua e zucchero" non possano talvolta curare più del cortisone il Vioxx, il Mediator, le statine e tante altre cosette studiate né per guarire né per morire. I miei cani, suggestionati dalla generale " placebo-propensione- guariscono, e i miei cavalli pure. Omeopatia ed allopatia si contenderanno il merito della longevità di casa reale, ma io credo che chi ha trovato il mezzo di ridurre le medicine a zero sia un genio più vicino ad Ippocrate di molti luminari della scienza medica ed un artista del vivere.

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