La storia della telefonia è la storia delle comunicazioni. Per noi che viviamo in Paesi già sviluppati, il telefono cellulare è diventato un oggetto "necessario" di uso quotidiano. Ma ben pochi conoscono le vicende che in centocinquant'anni hanno caratterizzato la "pre-storia" dei cellulari. Dai brevetti ad Alessandro Volta, da Samuel Morse alle banche, questa storia giunge ai noi grazie al lavoro di un'enormità di uomini, alla scienza, ma anche a guerre industriali ancora in atto.
Europa e Stati Uniti d'America: ventre e culla del telegrafo
Nel 1790 l'ingegnere francese Claude Chappe, aiutato dai fratelli, costruì una linea telegrafica primitiva, composta da un macchinoso sistema di aste mobili su pali fissi distanti alcuni chilometri. Il segnale visivo viaggiava così come durante una staffetta: il posizionamento delle aste veniva visto da un telegrafista col cannocchiale che traduceva il codice e lo rilanciava alla stazione successiva. Questo sistema venne utilizzato prima tra Parigi e Lille per poi estendersi a Brest, Marsiglia, Strasburgo e alla costa atlantica, anche se i tralicci di Chappe erano costosi, lenti e poco affidabili in caso di nebbia e di buio.
Sempre alla fine dello stesso secolo, l'italiano Alessandro Volta progetta di trasmettere segnali tra Como e Milano grazie a un lungo filo di ferro ed un condensatore elettrico da lui inventato. Pochi anni dopo ci provarono anche il francese André-Marie Ampère ed il danese Hans Christian Ørsted, ma bisogna aspettare il 1836 affinché l'americano Samuel Finley Breese Morse costruisca il telegrafo vero e proprio e ne sviluppi il codice. Al contempo anche William Fothergill Cooke e Charles Wheatstone in Inghilterra brevettarono un telegrafo, ma questo venne utilizzato solo per poco più di trent'anni.
Morse poté usufruire dell'aiuto finanziario di industriali siderurgici, familiari del suo assistente Alfred Vail, per brevettare la sua invenzione.
Emittente del telegrafo Morse |
Solo sei anni dopo però, egli vendette un quarto dei diritti del suo brevetto all'influente avvocato di Portland Francis Ormand Jonathan Smith, editore del Maine Farmer e presidente della commissione parlamentare cui fu sottoposto l'uso governativo del nuovo sistema di comunicazione. Vennero così assegnati 30.000 dollari per la costruzione di una linea pilota a collegamento di Washington con Baltimora. Tale costruzione venne affidata a Ezra Cornell, dirigente industriale del Maine e legato a Junius Spencer Morgan, con cui entrerà in seguito nella First National Bank di New York. Cornell fu l'inventore del sistema di pali telegrafici e isolatori in vetro che saranno poi forniti dagli opifici del gruppo James Beebe & Co. da lui amministrati.
Lotta per brevetti e prezzi
Dopo l'installazione sperimentale (e riuscita) di questa linea telegrafica, ci fu un tentativo di espansione che incontrò l'opposizione del Post Office, leader nella comunicazione postale. Morse e i soci ovviarono rivolgendo le concessioni ad Amos Kendall, potente editore del Kentucky e legato al presidente Andrew Jackson: i due fondarono la Magnetic Telegraph Company, dando il via alla prima linea commerciale nel 1846. Kendall estese le linee telegrafiche tra le città costiere dell'Est e per quelle dell'Ovest diede la concessione all'irlandese Henry O'Reilly (editore di New York ed ex ministro delle Poste di Jackson).
Egli entra però in concorrenza con Jonathan Smith sulle linee che quest'ultimo stava prolungando verso Chicago, creando così una rottura tra Morse e Smith stesso, che mantiene la quota azionaria ma si mette in proprio ed avvia causa legale contro la società. Ma Morse, forse assillato da Smith e avverso agli irlandesi, convince Kendall a ritirare le concessioni date a O'Reilly obbligandolo a non godere del brevetto. O'Reilly tenta di reggere alla concorrenza utilizzando costose modificazioni al telegrafo Morse, ma sfiancato dalle cause legali con Morse e soci, deve desistere ed affidarsi alla Associated Press newyorkese, agenzia di stampa con a capo l'Herald di James Gordon Bennet, la quale acquistò un altro brevetto, l'House.
Royal Earl House, basandosi sul telegrafo Morse, ne costruì uno "scrivente" che stampava le lettere romane anziché il codice punto-linea. Fu ottimo per i giornali ma aveva alti costi di costruzione e gestione.
O'Reilly, invece, utilizzò un'imitazione del telegrafo Morse, il Columbian Telegraph, per poi acquistare nel 1848 parte del brevetto di quello "chimico" dello scozzese Alexander Bain, che registrava i segnali su carta grazie a una soluzione di ferro-cianuro di potassio, invece che con un elettromagnete. Questo telegrafo "chimico" era più compatibile col Morse che con il printing telegraph di House.
Ricevente del telegrafo "chimico" Bain |
Negli USA c'erano ora tre linee telegrafiche competitive che diedero via ad una guerra dei prezzi: da mezzo dollaro a parola si passò presto ad un centesimo a parola.
L'irlandese intanto continuava ad erigere pali telegrafici, fino a St. Louis e a New Orleans. Nel Kentucky, però, l'influente Kendall sequestrò la sua linea, tagliando in due il collegamento tra New York ed il Sud, devastandolo quindi finanziariamente. A Kendall si alleò un nemico naturale: nel 1849 il fiume Mississippi inondò New Orleans, portandosi via i pali tanto cari a O'Reilly, costretto a dichiarare bancarotta.
La predominanza temporanea sul mercato spetta così a Morse che, alleandosi a Bain, fonda la Morse-Bain Consolidated.