John Reed non fu il solo giornalista che durante la Rivoluzione d'Ottobre vide e raccontò i fatti. Il britannico The Guardian (fino al 1959 The Manchester Guardian), ad esempio, spedì un suo cronista sul fronte orientale.
Nel 1921 il cronista Morgan Philips Price tornò nella Grande Isola e, rimasto affascinato dall'esperienza unica, pubblicò la sua testimonianza sul 1917 russo. Di seguito riportiamo tre passi salienti di "My Reminiscences of the Russian Revolution".
Dietro i bolscevichi si mobilitavano ora gli ambienti più istruiti e politicamente consapevoli delle classi lavoratrici.Quella parte dei lavoratori dell'industria dei grandi centri come Pietrogrado, Mosca, Nizni Novgorod e Char'kov, che dopo la Rivoluzione di febbraio avevano permesso agli "intellettuali del compromesso", menscevichi e socialisti-rivoluzionari di Cernov, di controllare i loro soviet, ora che si trovavano sotto la pressione della fame e sull'orlo della catastrofe, trasferivano la loro fiducia a Lenin.Le "isole bolsceviche", che a metà dell'estate includevano soltanto Kronstadt, alcune fabbriche di Pietrogrado, Schlusselburg e Tsaritsyn, erano aumentate fino a divenire un vero arcipelago. [...]
Vista dal palco, la platea dei delegati non può non colpire per un fatto: è un congresso giovane. Intere file di seggi sono occupate da giovani vigorosi, provenienti dalla flotta del Baltico e dal fronte. Spiccano anche i lavoratori specializzati di Mosca e Pietrogrado in camicia nera senza colletto e berretto di pelliccia.I delegati dei contadini sono per lo più giovani soldati tornati nei loro villaggi dove hanno assunto la guida delle comuni locali. C'è anche un certo numero di volti dai tratti intellettuali, in maggioranza giovani che durante l'autunno hanno contribuito a creare il nuovo partito socialista-rivoluzionario di sinistra nei villaggi.Brillano invece per la loro assenza gli intellettuali di mezza età, i tipi di contadini dalla lunga barba all'antica, e i navigati capi socialisti con trent'anni di battaglie e di condanne. [...]Perfino in giorni così drammatici era ancora possibile strappare qualche attimo di calma per analizzare la situazione e riconoscere l'intervento alleato come inevitabile, anzi naturale conseguenza degli sviluppi politici originati dalla Grande guerra.La rivoluzione sociale avvenuta in Russia aveva terremotato le fondamenta del capitale finanziario internazionale a tal punto che i belligeranti imperialisti di entrambi gli schieramenti erano necessariamente costretti, sempre che ci riuscissero, ad abbattere la repubblica sovietica con la forza.E grazie ai miei contatti con certi circoli borghesi e aristocratici di Mosca compresi anche il carattere internazionale delle forze che attaccavano la repubblica sovietica.