Darwin e Marx: scienza naturale e scienza sociale

27/03/14

27/03/14


"Così come Darwin ha scoperto la legge dello sviluppo della natura organica, Marx ha scoperto la legge dello sviluppo della storia umana."
Friedrich Engels, orazione funebre in onore di Marx

L'evoluzionismo è anzitutto una questione di biologia, questo è ovvio. Tuttavia ha connessioni anche con le scienze umane, l'evoluzione culturale, l'antropologia culturale e sociale, la filosofia, l'etica, la teoria della società e dei comportamenti.

All'epoca i socialisti avevano una visione più vicina al darwinismo, che attecchì così rapidamente in quegli ambienti anche perché andava incontro a una forte richiesta alla scienza di dare speranza di riscatto alle masse che versavano in penose condizioni di vita e di lavoro. In molti casi alla base di questo accoglimento c'era anche una forte esigenza di diffusione del progresso, in primis nello sviluppo della produzione alimentare.

Il sogno di avere una maggiore disponibilità di alimenti vegetali e animali cominciava a concretizzarsi proprio grazie alla teoria di Darwin. Nel 1860 Karl Marx studiava con grande impegno la neonata chimica agraria del suo connazionale Justus von Liebig (1803-1873) e i mezzi che offriva, come ad esempio i fertilizzanti, perché si trattava di far vedere come la natura fosse capace di "reggere" un benessere generalizzato, quale era cercato appunto dalle lotte dei socialisti.

Dalla parte opposta, però, sembrava che venisse a togliere ogni speranza la teoria economica dell'inglese Thomas Robert Malthus (1766-1834) secondo la quale era impossibile che la produzione naturale crescesse quanto la popolazione, e quindi le classi meno abbienti, anziché protestare, avrebbero dovuto cercare di contenere i loro istinti e di limitare al massimo le bocche da sfamare filiando meno.

L'opera del nostro naturalista inglese aiutò quindi a confutare la toria malthusiana mostrando che anche le piante e gli animali possono trasformarsi. Ma ancor più de l'Origine delle specie, in aiuto di Marx venne il lavoro di un architetto viaggiatore semisconosciuto e appassionato di scienza, Pierre Trémaux (1818-1895), che trent'anni prima di morire scrisse Origine et transformations de l'homme et des autres êtres (Origine e trasformazioni dell'uomo e degli altri esseri). Ma Engels aveva forse letto meglio il libro di Darwin e discusse vivacemente con Marx, che alla fine cedette.


L'Origine delle specie di Charles Darwin, opera fondamentale della biologia e, più in generale, della scienza, venne pubblicato il 24 novembre 1859. Pochi giorni dopo Friedrich Engels scrisse una lettera entusiasta a Marx: "Il Darwin che sto appunto leggendo è proprio stupendo. Per un certo aspetto la teleologia [NdA: in biologia dal 1970 si utilizza il termine teleonomia, coniato dal biologo e filosofo francese Jacques Monod (1910-1976), Nobel per la medicina nel 1965] non era stata ancora sgominata, e lo si è fatto ora. E poi non è stato ancora mai fatto un tentativo così grandioso per dimostrare uno sviluppo storico nella natura, o almeno non così felicemente".

Scrive poi Marx a Engels nel dicembre del 1860: "Ho letto [...] il libro di Darwin sulla selezione naturale. Per quanto svolto grossolanamente all'inglese, ecco qui il libro che contiene i fondamenti storico-naturali del nostro modo di vedere". E ancora, nel gennaio del 1861 Marx scrive al tedesco Ferdinand Lassalle (1825-1864), che un anno più tardi si separò dal marxismo per abbracciare la cosiddetta "politica entrista" e il nazionalismo bismarckiano: "Molto notevole è l'opera di Darwin, che mi fa piacere come supporto delle scienze naturali alla lotta di classe nella storia. Naturalmente bisogna accettare quella maniera rozzamente inglese di sviluppare le cose. Ma, nonostante tutti i difetti, qui non solo si dà per la prima volta il colpo mortale alla "teleologia" nelle scienze naturali, ma se ne spiega il senso razionale in modo empirico".

La considerazione per l'opera di Charles Darwin spinse Engels a citarlo nell'orazione funebre in onore di Marx che abbiamo riportato a inizio articolo. Si tratta di una similitudine meditata e profonda. La scoperta di Darwin, infatti, segnò una rivoluzione nella concezione della natura organica: in primo luogo perché demoliva la fissità delle specie che finalmente venivano viste nel loro nascere, evolversi ed estinguersi; in secondo luogo perché le leggi che regolano il nascere, l'evolvere e il morire delle varie forme di vita eliminano ogni arbitrarietà da questa evoluzione.

La scoperta fondamentale di Marx ha le stesse caratteristiche per quanto riguarda le "specie sociali". Avere scoperto la legge di sviluppo della storia umana consente di affrontare in modo scientifico lo studio della società, proprio come si potrebbe studiare una specie biologica: di fronte a una specie da studiare, il biologo non si affida a giudizi di valore, né pensa a come sarebbe migliorabile. Così prima di Marx si esprimevano per lo più delle opinioni sulla società, proponendo ad arbitrio modifiche o correzioni, ma egli può affrontare la questione da scienziato: com'è evoluto il capitalismo dalle "specie sociali" che l'hanno preceduto? Quale nuova "specie sociale" originerà dalle pressioni evolutive che il capitalismo subisce?

La scoperta del plusvalore di Marx consente di spiegare scientificamente il concetto di sfruttamento e di rivolgere una critica al sistema produttivo capitalistico su basi non moralistiche. In tal modo si giunge alla conclusione che la "specie capitalismo" non è il punto finale dell'evoluzione sociale, in quanto nell'evoluzione esistono gli stadi e non i punti d'arrivo, e che la stessa legge che ha guidato il suo nascere e il suo sviluppo spinge nella direzione del comunismo, il prossimo sistema di organizzazione sociale della produzione.

Per negarlo, la classe dominante deve rinunciare a studiare scientificamente la società, andando alla ricerca di false leggi economiche eterne e immutabili, valide nei diversi contesti storici. Oppure, se riconosce uno sviluppo, deve sostenere la tesi ancora più ardita che il capitalismo ne costituisca il punto d'arrivo insuperabile. Che, insomma, la storia umana sia conclusa.

Scrive Lenin nel 1894 in Cosa sono gli "Amici del popolo"?:

Come Darwin mise fine alla concezione secondo la quale le specie animali e quelle vegetali non avevano nessun legame tra loro, erano prodotti del caso, «creazioni di dio», ed erano immutabili, - e per la prima volta portò la biologia su un terreno del tutto scientifico, stabilendo la variabilità delle specie e la loro successione, - così Marx mise termine alla concezione che considerava la società come un aggregato meccanico di individui [...] e per la prima volta portò la sociologia su un terreno scientifico, stabilendo il concerto di formazione economico-sociale come complesso di determinati rapporti di produzione e stabilendo che lo sviluppo di queste formazioni è un processo storico-naturale.