Il futuro delle energie rinnovabili moderne

07/07/14

07/07/14


Nel suo editoriale di aprile de Le Scienze, Marco Cattaneo introduce l'articolo di quattro pagine di Vaclav Smil intitolato "La lunga, lenta ascesa di solare ed eolico" (qui il PDF scaricabile dell'articolo originale). Vaclav Smil, professore emerito alla canadese Università di Manitoba che ha scritto numerosi articoli scientifici e decine di libri, è considerato uno dei massimi esperti mondiali in scienze ambientali.

L'obiettivo dell'articolo di Smil è il debunking di quelle teorie che vogliono vedere le fonti rinnovabili sostituire le altre fonti nel breve periodo. Il professore guarda indietro alla storia recente e nota che il carbone ha impiegato circa sessant'anni, a partire dal 1840, per passare da un 5% di utilizzo sulle altre fonti (legno e acqua) alla metà. Stessa sorte per il petrolio (1915-1975 dal 5% al 40%) e per il gas naturale (1930-1990 dal 5% a un quarto). Questi i grafici di Vaclav Smil, presi da Le Scienze, che rendono bene l'idea di quale sia la situazione attuale delle energie rinnovabili moderne (3,9% del mercato):


L'autore analizza la storia e i dati, scoprendo come vi siano sostanzialmente due difficoltà che non porteranno presto l'eolico e il solare (le maggiori tra rinnovabili moderne) a farla da padrone. La prima riguarda in generale gli enormi costi e la costruzione di nuovi impianti produttivi e distributivi: se ci riferiamo a queste due fonti di energia, stiamo parlando di un tempo tra i cinquanta e i settantacinque anni per sostituire le infrastrutture attuali che immagazzinano, producono, trasformano, distribuiscono le energie non rinnovabili. La seconda sfida, praticamente improbabile da vincere, è contro la natura, come già abbiamo scritto ad esempio negli articoli sull'energia eolica e solare: il vento è una forza incostante, e il Sole tramonta.

Se da un lato Smil conclude insegnandoci che "non c'è motivo per credere che la sostituzione delle energie fossili con fonti rinnovabili debba fare eccezione" ai tempi impiegati dalle altre grandi transizioni (dal legno al carbone e da questo al petrolio) per la conquista del mercato energetico globale, dall'altro non vediamo alcuno spiraglio che possa farci vedere l'affermarsi di queste due fonti energetiche così incostanti. Che queste, come altre, siano di supporto nel fabbisogno mondiale è un dato di fatto, ma che ne diventino una buona parte, è solo un'illusione delle anime pie dell'ideologia ecologista che non fa i conti con la realtà.