Il mondo dei media degli ultimi quarant'anni è contraddistinto dall'incertezza. L'industrializzazione della scienza e della tecnica alimenta un continuo rivoluzionamento della tecnologia e rende obsoleto, spesso dopo solo poche decine di mesi, ogni accordo tra le società e ogni regolamentazione tra i governi. Negli anni Settanta la combinazione tra il satellite e il cavo coassiale aveva messo in crisi le televisioni via etere tradizionali. Negli anni '90 la televisione satellitare diretta, dal satellite all'abitazione, è stata un nuovo concorrente nel campo televisivo.
Negli anni 2000 l'arrivo della nuova tecnologia del digitale terrestre (cioè la trasmissione con ripetitori terrestri di segnali digitali criptati e la loro ricezione senza antenna parabolica) rimette in gioco le vecchie reti televisive generaliste, ora in grado con il decoder di offrire decine di canali a pagamento. La tecnologia ADSL arrivata in Italia nel 2000 ha scoperto che sul tradizionale filo telefonico, il doppino, è possibile trasmettere segnali da 4 a 15 kHz senza interferire con i segnali in voce, la cui frequenza è inferiore ai 3,4 kHz. Con l'ADSL la banda larga può viaggiare sulla rete telefonica tradizionale di rame, e le compagnie telefoniche, in quanto operatori di reti di comunicazione, entrano in competizione con le altre forme di trasmissione dei programmi televisivi.
Nel 1974 il primo satellite geostazionario aveva permesso ad un'antenna di terra di ricevere un segnale costante e stabile. Nel decennio '70-'80 i satelliti cambiarono radicalmente le regole del gioco nella partita dei media. I primi satelliti trasmettevano nella C-band, frequenza tra i 4 e i 6 GH<, e ciò richiedeva grandi parabole per la ricezione. In questa fase i produttori del contenuto, cioè dei programmi, trasmettevano attraverso i satelliti a grandi e costose antenne di terra di proprietà degli operatori delle reti dei savi coassiali, connessi in modo capillare con i telespettatori.
Negli Stati Uniti nel 1972, con la Open Sky Policy della Federal Communications Commission (FCC), la politica dei cieli aperti, il governo Nixon liberalizzò la ricezione: non era più necessario ottenere una licenza per installare un'antenna di ricezione dei messaggi inviati dai satelliti. Gli effetti furono imprevisti: le reti su cavo coassiale poterono alimentare più facilmente i programmi e fu favorita la formazione di compagnie come la HBO di Time Co. nel 1975 e, più recentemente, la Fox News di News Corp..
Sul finire degli anni Ottanta l'industrializzazione della scienza si è appropriata della K-band, che opera tra gli 11 e i 14 GHz, e la dimensione delle antenne paraboliche si è ridotta a circa un metro. È la nascita della televisione satellitare diretta, la DBS (Direct Broadcasting Satellite). Con questa si scavalcano le reti dei cavi coassiali: ciò non ha importanza in Italia, dove la DBS è in concorrenza con la televisione via etere, ma è un aspetto di primaria rilevanza negli Stati Uniti. La combinazione tra i cavi coassiali e i satelliti aveva portato la concorrenza all'oligopolio delle televisioni via etere; la televisione diretta minaccia di togliere quote di mercato a entrambe.
In Inghilterra l'Indipendent Broadcasting Authority autorizzò nel 1986 la British Satellite Broadcasting (BSB), un consorzio composto da gestori di televizioni commerciali. Nel 1989 Rupert Murdoch lanciò Sky Television e nel 1991 la fuse con BSB, della quale aveva preso il controllo, costituendo BSkyB (British Sky Broadcasting). Sull'altra sponda dell'Atlantico settentrionale la televisione via satellite entrò nella nuova fase tre anni dopo con la creazione di DirecTV, società filiale di Hughes Electronics, a sua volta di proprietà della General Motors.
John Malone, il "re dei cavi", è un personaggio poco conosciuto al di fuori degli Stati Uniti. Nato nel Connecticut nel 1941, era figlio di un ingegnere della General Electric incaricato di sviluppare uno dei primi televisori statunitensi. Malone visse in un ambiente famigliare ingegneristico e fin da giovane fu affascinato dall'applicazione della matematica e della scienza all'elettrotecnica e alle comunicazioni. Nel 1963, dopo la laurea a Yale in ingegneria elettrica, trovò lavoro ai Bell Labs dell'AT&T, si specializzò in management industriale e a 27 anni entrò come consulente della Bell del New Jersey, dell'IBM e della General Electric.
Il successo di questo imprenditore dei media è il risultato della combinazione della casualità della storia personale con i trend generali dell'industria. Il suo lavoro lo fece entrare in contatto con la General Instrument, che lo prese al suo servizio. Questa produceva componenti elettronici per i sistemi di televisione via cavo e diede l'opportunità a Malone di vedere le potenzialità di questo mezzo. Nel 1973 Bob Magness, ex allevatore e fondatore della Tele-Communications Inc. (TCI), compagnia televisiva via cavo, si rivolse al trentaduenne Malone per salvare la sua società in bancarotta. Malone riorganizzò la TCI e la usò come base per creare un colosso della TV via cavo, attraverso le acquisizioni di altri operatori di reti locali di cavi. Entro il 1990 Malone aveva accresciuto la TCI di dieci volte, attraverso ben 500 acquisizioni, e nel 1999 la vendette all'AT&T per 59 miliardi di dollari.