In Siria, nel 1949, susseguirono tre colpi di Stato e il presidente Husni Za'im fu arrestato e giustiziato; nel 1951 il re Abdallah di Giordania fu assassinato a Gerusalemme dai palestinesi; nel 1952 il re Farouk fu cacciato dall'Egitto dal generale Naguib che a suo turno fu deposto da Nasser.
L'ascesa di Nasser reintrodusse nell'area l'ideologia del panarabismo, che divise tutte le borghesie arabe tra una velleitaria prospettiva di unità araba e la difesa di ambizioni nazionali o di clan. L'imperialismo americano e quello russo corteggiarono a lungo Nasser così come avevano fatto con Mosaddeq in Iran. Nella crisi del 1956, USA e URSS si trovarono a convergere a fianco di Nasser e contro Israele, stavolta alleato con l'Inghilterra e la Francia che scesero in guerra per conservare il controllo su Suez.
Alla guerra del 1956, chiamata "la campagna del Sinai" nella storiografia israeliana e "l'aggressione tripartita" in quella araba, seguì un lungo periodo di lotte intestine nel mondo arabo.