Nascita del capitalismo: il ruolo della scienza - Parte V

13/02/13

13/02/13


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Carlo Maria Cipolla è stato uno degli storici medievalisti più apprezzati del nostro tempo. Tra i suoi libri che ho avuto il piacere di leggere, c'è Vele e cannoni (Guns and sails in the early phase of European expansion 1400-1700, 1965), di cui cito un passo della conclusione. Il tema è l'espansione europea del XV secolo: "La religione fornì il pretesto e l'oro il motivo. Il progresso tecnologico compiuto dall'Europa atlantica durante i secoli quattordicesimo e quindicesimo fornì i mezzi. [...] Il veliero armato creato dall'Europa atlantica nel corso dei secoli quattordicesimo e quindicesimo fu l'invenzione che rese possibile l'espansione europea. [...] Il segreto della rapida e improvvisa ascesa dell'Europa atlantica era tutto lì [...]. Grazie alle caratteristiche rivoluzionarie delle loro navi da guerra, gli europei in pochi decenni stabilirono il loro predominio sugli oceani. Dato che il loro vantaggio risiedeva nelle loro flotte, per quasi tre secoli la loro supremazia fu limitata ai mari."

Il veliero armato rappresentò certamente il risultato più importante dello sviluppo economico, tecnico, scientifico ed organizzativo dei primi secoli della borghesia. Ecco, se esiste un simbolo che rappresenti la nascita del capitalismo, esso è sicuramente il veliero armato. Si trattò, tuttavia, di uno dei tanti risultati che possiamo attribuire alla sete di profitto della borghesia e alla conseguente necessità di intervenire sulla realtà in base a conoscenze oggettive, scientifiche, piuttosto che sulla base di deformanti ideologie religiose.


Tali progressi contribuirono in modo rilevante allo sviluppo e all'affermazione della manifattura, che a sua volta comportò ulteriori passi in avanti nella divisione del lavoro e nella relativa specializzazione. Aumentò così la produttività del lavoro organizzato su base capitalistica, ed aumentò di conseguenza la sua capacità di concorrenza ed il suo potenziale di disgregazione dei rapporti produttivi pre-capitalistici.


Progressi in ogni campo

Nelle miniere vengono introdotti meccanismi che pompano l'acqua da grandi profondità, meccanismi di trasporto del materiale (come la carriola su rotaie) e di sollevamento in superficie, grazie ad energia idrica o animale.

Nel settore metallurgico vengono costruiti i primi altiforni, con grandi mantici azionati da ruote ad acqua che permettevano di raggiungere temperature molto più elevate e, dunque, di produrre il ferro con l'eliminazione delle scorie per semplice colatura: ciò permise anche di colare il ferro in appositi stampi, accelerando molto la produzione di oggetti di ferro come, ad esempio, gli attrezzi da lavoro. Decisivo in questo fondamentale settore lo sviluppo permesso dall'uso del carbone al posto della legna, che avvantaggiò Paesi come l'Inghilterra, che di carbone erano ricchi. Ma l'uso di questo minerale come materia prima energetica si diffuse ben presto in molti settori industriali e favorì il processo di concentrazione della manifattura, dato il basso costo degli impianti che richiedeva.

Comparvero anche martelli sempre più pesanti (alcuni erano da una tonnellata) azionati dall'energia idraulica ed i primi, rudimentali, torni, insieme a macchine utensili per la produzione del ferro in liste e filo, anch'esse azionate dall'acqua: grazie a questi progressi ed alle necessità crescenti di efficienza energetica, vennero notevolmente migliorate anche le ruote ad acqua.

Di grande importanza furono anche le innovazioni introdotte nel'industria della carta: furono costruite vere e proprie macchine che, sempre azionate dall'acqua, frammentavano con pesanti martelli gli stracci fino a ridurli nella poltiglia che serviva come base per la produzione della carta. L'industria della carta assumerà un'importanza strategica con l'invenzione della stampa a caratteri mobili del 1450 circa, altra macchina rivoluzionaria che contribuì in modo decisivo a creare l'epoca moderna: senza la Bibbia a buon mercato non ci sarebbe stato Lutero, senza i libri non ci sarebbe stata la rivoluzione scientifica e tecnologica. Johann Gutenberg (1394-1468) del resto sviluppò la sua idea sulla base del modello di torchio che aveva visto usare per il conio delle monete.

Notevoli sviluppi si ebbero anche in quella industria meccanica particolare che era rappresentata dalla produzione di orologi: si trattava di meccanica di precisione, la cui affermazione aprirà la via alla produzione di altri apparecchi di precisione, ed avrà un ruolo importante anche per preparare la rivoluzione industriale e l'era trionfale delle macchine. E, a proposito di macchine, non possiamo non ricordare il genio di Leonardo da Vinci (1452-1519), le cui intuizioni sono comunque indicative di un'epoca che si andava interrogando sul come risolvere importanti problemi usando al meglio la conoscenza della natura e dell'uomo per sfruttarne le potenzialità.


Le tre "A": armi, arte, agricoltura

Una parte importante nella nascita della storia moderna la ebbero le armi da fuoco e i relativi sviluppi tecnici, come abbiamo già visto a proposito del veliero armato di cannoni: introdotte nella seconda metà del XIV secolo e perfezionate nel XVI, le armi da fuoco determinarono nel corso del XVI secolo una vera e propria rivoluzione nell'arte militare. Esse infatti suonano la campana a morto per le vecchie mura dei castelli, ma anche per le corazze e dunque per la pesante cavalleria medievale, esaltando viceversa il ruolo di fanteria e artiglieria. Il riferimento alle campane non è solo un modo di dire: la produzione di cannoni, infatti, che nella fase iniziale utilizzò soprattutto il bronzo, poté approfittare della tecnologia sviluppata dai produttori di campane, che spesso furono anche i primi a produrre cannoni.

Una delle conseguenze dei crescenti costi della guerra fu che l'economia e il fisco divennero sempre più decisivi per la politica degli Stati.

Dei grandi progressi dei cantieri navali (che erano le più grandi manifatture dell'epoca) abbiamo già parlato: ci limitiamo ad aggiungere che nel corso del XVI secolo la stazza delle navi triplicò, passando da 200 a 600 tonnellate, e ridusse così in maniera drastica i costi di trasporto per le merci, favorendo lo sviluppo dei traffici e moltiplicando i profitti.

Ci furono progressi anche nella manifattura del vetro, che cominciò a sostituire il legno nelle costruzioni. Lo sviluppo dell'edilizia è verificabile nelle grandiose costruzioni giunte fino a noi: palazzi signorili, cattedrali, castelli, fortificazioni (si ricordi uno dei più grandi ingegneri militari della storia umana, Sébastien La Prestre de Vauban - 1633-1707), ma anche i centri storici di molte città italiane, grandi e piccole. Importante fu, al riguardo, l'introduzione della tecnica di cottura dei mattoni, che ne aumentò notevolmente la resistenza e la durata. Così come possiamo solo accennare agli straordinari sviluppi artistici che caratterizzarono l'epoca (pittura, scultura, architettura, ecc.) e che arricchirono sempre più spesso i palazzi, le chiese ed i castelli: dal "Tintoretto" Jacopo Robusti (1519-1594) a Cornelis van Haarlem (1562-1638), da Michelangelo Buonarroti (1475-1564) a  Jean Goujon (1510-1568), da Andrea Palladio (1508-1580) a Juan de Herrera (1530-1597).

Vista aerea del comune alsaziano (Francia) di Neuf-Brisach, che risulta essere l'unica fortificazione realizzata del "terzo sistema di Vauban", con la sofisticata pianta a stella, ritenuto l'esempio di fortificazione "perfetta".
Fu progettata dall'ingegnere militare (fatto Maresciallo di Francia nel 1703) nel 1698 e realizzata un anno dopo la sua morte, avvenuta il 30 marzo 1707

Anche l'agricoltura conobbe importanti innovazioni: la concentrazione della proprietà fondiaria permise di introdurre notevoli miglioramenti. In primo luogo il passaggio dalla rotazione biennale a quella triennale o addirittura quadriennale con taglio dell'erba a maggese; si diffuse poi l'utilizzo sempre più massiccio dei concimi che, insieme alla migliore rotazione riduceva l'impoverimento del terreno per effetto delle colture. I miglioramenti delle tecniche metallurgiche permisero anche di produrre attrezzi di migliore qualità ed efficacia, che contribuirono ad aumentare la produttività del lavoro. Decisiva fu anche l'introduzione di nuove colture giunte dagli altri continenti, come la patata, il pomodoro, il mais o il fagiolo.


Scienza, religione, politica e filosofia

Lo sviluppo tecnico-produttivo di quest'epoca ebbe un'altra fondamentale conseguenza: favorì il pieno dispiegarsi della rivoluzione scientifico-filosofica. L'impiego massiccio di meccanismi nelle lavorazioni e delle armi da fuoco nell'attività militare fornirono elementi pratici per la ricerca scientifica nella meccanica e per la soluzione di problemi matematici. Ad esempio, le esigenze dell'artiglieria richiesero la definizione della traiettoria, postulando la formulazione delle leggi sulla caduta e sul moto dei corpi.

La creazione di strumenti idrotecnici richiese la ricerca di leggi idrodinamiche e l'intensificazione dei trasporti marittimi pretese metodi astronomici che stabilissero la longitudine. L'impiego delle lenti condusse allo studio dei fenomeni di rifrazione della luce. Le conoscenze chimiche aumentarono con i progressi della metallurgia e della tintoria. La pratica, in sintesi,  rese necessaria la scienza.

Vennero inventati il microscopio e il telescopio, ossia macchine che non servono direttamente alla produzione ma alla scienza, il termometro, l'igrometro, il barometro a mercurio.

Questi stessi strumenti permisero una lotta per liberare la scienza dalla scolastica teologica, poiché permettevano di vedere ciò che prima non era visto, cioè di vedere una realtà oggettiva e sconosciuta. Il primo settore delle scienze naturali nel quale si manifestò il nuovo spirito scientifico e furono realizzate le più grandi scoperte fu l'astronomia. Niccolò Copernico (1473-1543) attaccò la concezione geocentrica aristotelico-tolemaica che corrispondeva all'ideologia cristiana per la quale la Terra era al centro del "creato". Criticare quella concezione significava attaccare la Chiesa cattolica e la prima vittima fu Giordano Bruno (1548-1600).

Nell'ultima parte del Cinquecento e nella prima parte del Seicento si concentrarono i grandi cervelli che affrontarono l'universo: Galileo Galilei (1564-1642) e Johann Keplero (1571-1630). I lavori di Galilei e Keplero prepararono il terreno ai Principi matematici della filosofia naturale (1687) di Isaac Newton (1642-1627) che definirono le leggi fondamentali della meccanica e la legge della gravitazione universale.

I cambiamenti nelle armi diedero ai medici chirurghi il terreno per evolvere, poiché le armi da fuoco, ora, provocavano spesso ustioni, emorragie o cancrene. Nelle nuove legature venivano utilizzati fili di seta, mentre i bendaggi divennero occlusivi (impedivano cioè il contatto dell'aria con la ferita). Le amputazioni divennero più frequenti, ed i pazienti venivano legati e poi sedati con aqua vitae (soluzione di acqua ed etanolo) o con la spongia somnifera (spugna imbevuta di belladonna, cicuta, oppio e altre piante velenose). Fu l'epoca di Girolamo Donzellini (1513-1587), medico protestante ucciso dall'Inquisizione cattolica, Girolamo Cardano (1501-1576), medico pavese che inventò il giunto cardanico che ancora oggi viene utilizzato nelle trasmissioni meccaniche, del francese Ambroise Paré (1510-1590), padre della chirurgia moderna, del belga Andrea Vesalio (Andreas van Wesel - 1514-1564), fondatore della moderna anatomia.

Nel frattempo i grandi processi politici che portarono alla nascita degli Stati nazionali assolutistici crearono il terreno favorevole alla nascita della scienza della politica, finalmente emancipata dalla religione grazie al genio di Niccolò Machiavelli (1469-1527), secondo cui è la politica a creare la morale e non può essere la morale a creare la politica. In altre parole, la politica non deve essere succube alla religione, lo Stato non deve essere subordinato alla Chiesa, la politica non è strumento della morale. Il primato della politica rovescia il primato della religione e capovolge la gerarchia delle istituzioni: lo Stato sopra, la Chiesa sotto.

Machiavelli iniziò dunque il lungo cammino che, in campo politico-filosofico caratterizzerà le riflessioni prodotte dall'affermazione politica della borghesia nel corso delle sue grandi rivoluzioni (che vedremo nel prossimo ed ultimo articolo): dai materialisti inglesi Francis Bacon (1561-1626), Thomas Hobbes (1588-1679), John Locke (1632-1704), all'olandese Baruch Spinoza (1632-1677, ispiratore del social blog satirico nostrano Spinoza.it), dagli illuministi francesi ai filosofi tedeschi, via via fino a Karl Heinrich Marx (1818-1883) e Friedrich Engels (1820-1895) che chiariranno finalmente, grazie al contributo dei grandi economisti classici, l'arcano della politica e dei complessi meccanismi di determinazione ad opera dell'economia.