Breve storia della telefonia: il successo del cavo transatlantico

26/09/13

26/09/13


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Nell'impresa atlantica la tecnologia empirica aveva raggiunto i suoi limiti. Il successo del cavo transatlantico sarebbe potuto arrivare solamente con il contributo essenziale della scienza e della sua industrializzazione.


Il nuovo cavo

Dopo il fallimento del terzo tentativo del 1858, il governo britannico, conscio dell'importanza dei cavi sottomarini per la difesa degli interessi dell'Impero, garantì il sostegno finanziario solo alla condizione che il cavo funzionasse. Il governo non era più disposto a dare garanzie anticipate a fondo perduto.

Venne nominato un comitato composto dalle più alte personalità della scienza e dell'ingegneria britanniche per indagare sui fallimenti precedenti: non si poteva più sbagliare, ma era necessaria una pianificazione scientifica a priori.

Lord Kelvin studiò le proposte delle società produttrici di cavi. Dei campioni vennero sottoposti a prove per determinare a priori la dimensione ottimale, la forma e la composizione. Il risultato finale fu un cavo del diametro di 28 millimetri contro i 13 del precedente, del peso di 720 kg per chilometro contro 400, resistente a una tensione di trazione di 5800 kg contro i 2400 dell'ultimo, per un peso totale di 3 mila tonnellate.

Il nuovo cavo era una combinazione di forza e flessibilità: lungo circa 4300 km, nel trasporto doveva essere tenuto costantemente in serbatoi pieni d'acqua per evitare il deterioramento dell'isolante.


La Great Eastern

L'enorme peso e la necessità di tenerlo in serbatoi d'acqua portò a scartare la soluzione delle due navi. Esisteva al mondo una sola nave in grado di trasportarlo, la Great Eastern, costruita nel 1853 dall'ingegnere Isambard Kingdom Brunel (1806-1859), emblema del capitalismo industriale britannico in epoca vittoriana.


Capace di spostare 22500 tonnellate d'acqua e di trasportare 15 mila tonnellate di materiale, con motori da 11 mila CV, la nave poteva fare 15 mila chilometri continuati senza rifornimento. Varata nel 1858 fu un disastro finanziario perché le tre compagnie che la comprarono nel tempo spendevano più soldi di quanti ne incassavano dalla vendita dei biglietti ai passeggeri.

Tra il cavo da 3 mila tonnellate, i serbatoi d'acqua da 2 mila, le 8 mila del carbone e un equipaggio di 500 uomini, il carico totale della Great Eastern raggiungeva circa 21 mila tonnellate.


I centri della scienza e del capitale

Dopo che Lord Kelvin ebbe definito la teoria della trasmissione telegrafica con un cavo sottomarino, il maggior problema fu la raccolta dei capitali per pagare le navi e i cavi. A questo scopo venne creata la Telegraph Construction and Maintenance Company, che raccolse tra industriali e mercanti tessili di Manchester e Glasgow un milione di sterline (6-7 miliardi di dollari attuali).

Queste due città erano i centri propulsori dello sviluppo scientifico britannico. Da una famiglia di birrai di Manchester nacque James Prescott Joule (1818-1889), al quale si devono il primo principio della termodinamica e la legge di trasformazione dell'energia elettrica in calore.

Lord Kelvin, James Joule e i loro collaboratori rappresentano la componente scientifica del capitalismo industriale britannico nella seconda metà del XIX secolo.


Il successo del nuovo cavo

Il 23 luglio 1865 la Great Eastern salpò, ma il 2 agosto, dopo 1200 miglia, il cavo si ruppe. Alleggerito il cavo a 640 kg/km, reso quindi in grado di sopportare una tensione di trazione di 6150 kg, il 30 giugno 1866 iniziò il quinto tentativo, terminato con successo il 27 luglio.

William "Lord Kelvin" Thomson ispeziona il cavo sulla nave Great Eastern

Questa volta il ritardo del segnale era ridimensionato e la trasmissione giungeva in tempi brevi. Nell'impresa erano stati impiegati quasi 12 anni e un investimento di 2.5 milioni di sterline dell'epoca, un cifra corrispondente a circa 17 miliardi di dollari attuali.

Seguendo le indicazioni di Lord Kelvin per il cavo, sull'aumento del diametro, sull'uso del rame puro e del galvanometro a specchio da lui costruito, si potevano trasmettere a bassa tensione 8 parole al minuto.

L'opera industrial-scientifico-tecnologica acquistava ora un significato economico capitalistico: è grazie a questa impresa che William Thomson venne nominato baronetto e assunse il titolo di Lord Kelvin.


La Grande Isola al centro del mondo

Per la gestione del cavo transatlantico, Pender costituì la Anglo-American Telegraph Company e in breve tempo si passò a trasmettere 15-17 parole al minuto. Il prezzo di ogni messaggio trasmesso era di 120 dollari attuali nel 1866, sceso a 5 nel 1888.

Il sistema nervoso dell'Impero britannico poteva ora pulsare messaggi grazie a una rete di cavi sottomarini distribuita sul globo.

Così come il progetto Apollo portò l'uomo sulla Luna e diede agli Stati Uniti d'America la superiorità spaziale, il successo del cavo transatlantico trasformò la Gran Bretagna in potenza dominante nelle telecomunicazioni per quasi un secolo, fino alla fine degli anni Cinquanta del Novecento.